Non solo la bocca più carnosa o il body contouring, la medicina estetica interviene anche sui quei pazienti che soffrono di patologie cutanee o sistemiche o che hanno subito dei traumi fisici.
La medicina estetica nasce come una branca medica con una visione olistica e interdisciplinare. Non si tratta solo di correggere le depressioni del volto, di rendere la bocca più carnosa o di togliere le adiposità localizzate, ma è molto di più. La medicina estetica interviene anche sui quei pazienti che soffrono di patologie cutanee o sistemiche, che hanno subito dei traumi fisici in seguito a un incidente o a una neoplasia. Per loro è nato il progetto H.E.L.P. (Help for Esthetic Longlasting Problems), ideato e promosso dalla Società Scientifica Agorà.
“Il progetto, partito in via sperimentale nel nostro Centro, nasce dalla sempre più frequente osservazione dei pazienti che si rivolgono ai nostri ambulatori”, spiega il professor Alberto Massirone, Presidente Agorà e direttore del Centro Complicanze in medicina estetica. “I pazienti segnati da una patologia, da una terapia farmacologica, da un incidente o da un evento traumatico necessitano di una visione più ampia e completa. Sono persone che convivono con un problema estetico, ma soprattutto psicologico che va a incidere qualità della vita. Abbiamo messo a punto dei protocolli condivisi con la comunità scientifica con l’obiettivo di metterne in atto altri secondo la best practice da adottare per questi pazienti”.
Un aiuto concreto al problema estetico
Il Progetto HELP vuole fornire un aiuto concreto a quelle persone che si trovano senza risposte a un problema estetico e/o psicologico, secondario a un evento traumatico, una malattia o a un percorso di cure. “Il team medico è formato da esperti di medicina estetica, ma con diverso background che va dalla chirurgia Plastica ed Estetica all’oncologia”, spiega il dottor Marco Papagni, referente del Progetto Help. "Al team si aggiunge il supporto di psicoterapeuti, ma anche di estetiste professionali adeguatamente formate. Un aiuto concreto a 360 gradi, una cura particolare e personalizzata, in modo che questi pazienti possano accettare l’inestetismo. Il concetto di salute non prende in considerazione solo l’aspetto clinico ma anche quello emotivo, sociale, di auto-accettazione".
Identikit del paziente tipo
Finora esistono pochissimi studi relativi a questa realtà. Il primo passo del Progetto è stata la creazione di un’indagine statistica, rivolta alle persone interessate. “La survey permetterà di raggiungere le persone interessate grazie anche alla collaborazione di strutture ospedaliere, associazioni di pazienti e medici specialisti”, precisa la dottoressa Monica Renga, referente del Progetto. “Il progetto ci ha già permesso di identificare un paziente tipo: una persona che porta con sé, da oltre 10 anni, segni e cicatrici, derivanti da interventi chirurgici, terapie farmacologiche, traumi, tutti aspetti che incidono sulla sua qualità di vita. Sono pazienti che hanno stati d’animo contrastanti, dall’ansia elevata a pensieri negativi, fino a raggiungere la depressione e spesso sono incapaci di affrontare il trauma/cicatrice sul viso o sul corpo”.
Come partecipare al Progetto
Inutile ricordare quanto la partecipazione anonima a questa indagine sia fondamentale, per partecipare alla survey basterà visitare il sito www.ricercahelp.it e rispondere alle domande. "In questo modo possiamo preparare una serie di protocolli ed efficaci per accompagnare il paziente attraverso un percorso riabilitativo dell’immagine di sé – conclude Papagni -. Tra i vari aspetti che stiamo valutando, rientra anche l’ostacolo economico. Adesso ci stiamo concentrando su diverse opzioni per abbassare i costi, mantenendo il livello più alto possibile nella scelta degli strumenti, permettendo così a tutti i pazienti la possibilità di intraprendere un percorso terapeutico e riabilitativo".
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