PENETRAZIONE INTRACRANIALE DURANTE LE INIEZIONI DI FILLER NEL TESSUTO MOLLE DELLA ZONA TEMPORALE: E' POSSIBILE?
Nelle procedure di ridefinizione dei volumi e della armonizzazione del viso l’area temporale rappresenta una opzione di trattamento ,laddove esiste una depressione e scavatura della zona temporale .
Normalmente per colmare tale depressione si utilizzano filler cross linkati volumizzanti che vengono iniettati con precisi punti di repere che sono individuati normalmente a 1 cm superiormente alla coda del sopracciglio in prossimità della congiunzione fra osso frontale e temporale.
Nel presente articolo si riporta un caso clinico di presunta infiltrazione intra craniale di acido jaluronico volumizzante utilizzato per correggere la depressione temporale , giungendo alle conclusioni che tale procedura non è scevra da rischi di infiltrazione possibile intra craniale che dipende da sesso . età e stabilità ossea , in particolare a livello di un punto (verificato nel presente articolo ) situato a 2,5 cm posteriore e 1 cm superiore rispetto al canto laterale .
Va quindi riservata prudenza nel trattamento con ago usato in via perpendicolare a diretto contatto di pressione con l’osso per il riempimento della regione temporale per possibile rischio di infiltrazione intra craniale in particolari condizioni.
Autore del contributo di commento:
Maurizio Cavallini - Membro del Comitato Scientifico Agorà
ABSTRACT ARTICOLO ORIGINALE
OGGETTO DEL CONTRIBUTO DI COMMENTO
Dermatol Surg.
2017 Sep 19.
doi: 10.1097/DSS.0000000000001260.
Intracranial Penetration During Temporal Soft Tissue Filler Injection-Is It Possible?
Philipp-Dormston WG, Bieler L, Hessenberger M, Schenck TL, Frank K, Fierlbeck J, Cotofana S.
BACKGROUND: Treating temporal volume loss for aesthetic and reconstructive purposes can be achieved by superficial or deep injections of soft tissue fillers into the temples. The latter is performed with bone contact that can lead to intracranial penetration when the bone is accidentally penetrated.
OBJECTIVE: Based on a clinical case, the potential risk of accidental intracranial penetration was investigated.
MATERIALS AND METHODS: Twenty fresh-frozen hemi-faces (all Caucasian ethnicity, 10 women, 10 men, mean age 72.8 ± 11.2 years) were investigated. Shape of pterion and bone-stability parameters of the temporal fossa were investigated. Bone stability was tested using uniaxial mechanical indentation (18-G, 1.25-mm diameter, 15-mm length blunt-tip device) until intracranial perforation occurred.
RESULTS: Variations in the shape of the pterion, bone thickness, and density correlates were detected, however, without statistical significant differences in side symmetry. Minimum force necessary to penetrate intracranially was 40.4 N. Maximum force generated by an 18-g, 70-mm length blunt-tip cannula was 32.1 ± 4.2 N in 70 mm length and 75.3 ± 10.2 N in 15 mm length.
CONCLUSION: Based on the results of this investigation, it can be concluded that there is a risk for intracranial penetration performing the deep temple injection technique with direct pressure on the bone.
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