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ACIDO POLILATTICO PER UN AUMENTO MINIMAMENTE INVASIVO DEL GLUTEO


ACIDO POLILATTICO PER UN AUMENTO MINIMAMENTE INVASIVO DEL GLUTEO


L’articolo ha per tema l’utilizzo dell’acido polilattico a livello gluteo con l’intento di ridefinire la profilometria e la volumizzazione di quest’area anatomica tanto richiesta nell’ultimo periodo.


L’utilizzo del PLA è un argomento a Noi caro in quanto, supportato da una esperienza ormai ventennale, ne conosciamo molto bene caratteristiche e gestione.


Per quanto riguarda la regione glutea l’approccio Gold Standard è sicuramente quello chirurgico attraverso un impianto protesico in grado di dare soddisfazione al medico e al paziente in tempi relativamente brevi e con un certo grado di prevedibilità; diverso è l’approccio medico che è sempre stato un po' off-limits in quanto la soddisfazione con i trattamenti da iniettabili o da apparecchiature elettromedicali è sempre stata molto altalenante ed in più c’è da sottolineare che il PLA non può essere considerato un materiale in grado di definire una volumizzazione diretta come al contrario lo è l’acido ialuronico.


Siamo assolutamente in accordo con l’autore per l’attenta e corretta selezione del paziente anche se a nostro giudizio non viene citata una importante controindicazione al trattamento: i pazienti che tendono a produrre anomale cicatrizzazioni che siano cheloidee o ipertrofiche, sono pazienti che potrebbero dare una risposta immunologica non prevedibile con aumento del rischio di produrre, nel tempo, noduli o papule per questo è molto importante una corretta anamnesi.


Nell’articolo vengono considerate le possibilità di avere degli effetti avveri al prodotto e viene citata l’impossibilità di utilizzare un enzima di riparazione come ad esempio lo è la ialuronidasi con l’acido ialuronico; è vero che non esiste una soluzione iniettabile che induca una reversibilità ma è anche vero che gli eventi avversi sono nella quasi totalità dei casi cronici e visibili nel tempo attraverso la formazione di noduli che possono essere trattati e risolti con l’utilizzo di energie termiche o meccaniche come laser, ultrasuoni o radiofrequenze.


Per quanto riguarda la tecnica di iniezione viene presa in considerazione sia l’idea di utilizzare un ago che una microcannula. La nostra opinione è che è molto più opportuno l’utilizzo della microcannula per diversi motivi: il primo è sicuramente un motivo di sicurezza ovvero diminuire drasticamente le possibilità di embolizzazione arteriosa ed un secondo motivo è squisitamente clinico in quanto l’impianto eseguito con microcannula consente una diffusione molto più omogenea e diffusa della soluzione evitando incapsulamenti e produzione di noduli per un bolo troppo eccessivo o mal posizionato all’interno dei tessuti.


L’eventuale combinazione con radiofrequenza o ultrasuoni focalizzati dopo il trattamento sarebbe condizione da evitare in quanto, come già ricordato, queste sono soluzioni che aiutano a degradare o contrastare il lavoro del materiale mentre invece è possibile ed utile combinarli prima del trattamento con acido polilattico con lo scopo di stimolare e quindi aumentare la produzione collagenica.


La considerazione finale riguardo a questo lavoro è prettamente economica in quanto è opportuno considerare l’equilibrio costi benefici; il protocollo proposto prevede l’utilizzo di 2 flaconi per gluteo per 3 sessioni, con un totale di 12 flaconi. Il costo del materiale a listino è di circa 150 euro a flacone il che significa che l’intero trattamento prevede un costo complessivo di poco inferiore ai duemila euro ai quali vanno aggiunti quelli della prestazione del medico. La valutazione del trattamento deve quindi inevitabilmente prendere in considerazione questi parametri perché dal punto di vista clinico i risultati sono gradevoli ma da ripetere nel tempo ma se confrontati con l’impianto di acido ialuronico va ricordato che sono impianti da ripetere meno di frequente in quanto più longevi nel tempo.



Autori del contributo di commento:

Riccardo Forte MD, Domenico Romano MD - Membri del Comitato Scientifico Agorà 

 

 ABSTRACT ARTICOLO ORIGINALE

OGGETTO DEL CONTRIBUTO DI COMMENTO


Dermatol Surg 2020;

46:386–394

DOI: 10.1097/DSS.0000000000001967


Poly-L-Lactic Acid for Minimally Invasive

Gluteal Augmentation

Matthew J. Lin, MD,* Danielle P. Dubin, BA,† and Hooman Khorasani, MD‡


BACKGROUND There is increased emphasis on the importance of the gluteal region in the perception of beauty. Biodegradable fillers provide a nonsurgical method of augmenting and rejuvenating this area.


OBJECTIVE To review pertinent aspects of anatomy, patient evaluation, injection technique, and complications for gluteal augmentation using injectable biodegradable fillers.


METHODS The authors review the literature for poly-L-lactic acid–based gluteal augmentation.


RESULTS Like many aesthetic procedures, there is a paucity of literature on this emerging treatment modality (Level 4, Centre for Evidence-Based Medicine, Oxford). However, the collective clinical experience is that poly-L-lactic acid fillers are an effective treatment for patients seeking noninvasive gluteal enhancement with minimal downtime. Physicians must understand gluteal anatomy and avoid injecting deeply in the danger triangle to prevent intravascular injection into the gluteal vessels or injury to the sciatic nerve. Other safety

elements include the use of blunt cannulas, reduced pressures, smaller volumes, and retrograde delivery.


CONCLUSION Gluteal augmentation with fillers can safely and effectively improve gluteal firmness, shape, proportion, and projection. Practitioners injecting fillers in the gluteal region must be aware of appropriate patient selection, regional anatomy, and safe injection techniques. Given the increasing demand for this procedure, further high-quality studies are needed.


The authors have indicated no significant interest with commercial supporters.

 

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